Santa Croce sull' Arno in provincia di Pisa Toscana
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Toscanabella @ www.toscanabella.com | Marco Gambassi

Comune di Santa Croce sull' Arno

provincia di Pisa

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SANTA CROCE SULL’ARNO

• Il territorio comunale si estende per 16,92 kmq nel Valdarno di Sotto, lungo la sponda destra dell'Arno, e comprende anche una porzione staccata (Staffoli nelle Cerbaie). Ha subito una diminuzione territoriale nel 1910 con la separazione della frazione di Orentano, aggregata a Castelfranco di Sotto. • Di Santa Croce non si hanno notizie sicure antecedenti il XIII secolo, anche se in un documento del 1289 risulta già essere un importante insediamento munito di mura, poi in gran parte distrutte nell'alluvione del 1333. Da un documento del 1284, relativo alla vendita di alcuni pascoli e boschi, si rileva come fin da quella data fosse costituita in comunità autonoma posta sotto la giurisdizione politica del comune di Firenze, al quale tornò ad assoggettarsi dopo la temporanea presa di possesso di Guido Novello, vicario toscano del re Manfredi (1261- 1267). A partire dal 1270 ebbe lunghe controversie con Fucecchio e Castelfranco di Sotto per lo sfruttamento dei boschi delle Cerbaie, che le furono assegnati molti anni più tardi dal podestà di Lucca chiamato come arbitro della questione. Nel 1315 Santa Croce fu conquistata da Uguccione della Faggiola, signore di Pisa e poi di Lucca, mentre nel 1323 fu occupata dall'esercito lucchese che la mantenne fino al 1327. A questa data tornò a far parte del territorio della repubblica fiorentina, alla quale si sottomise spontaneamente. Da allora rimase sempre sotto Firenze, fino all'unità d'Italia. Durante la seconda guerra mondiale, quando la linea del fronte si attestò lungo le rive dell'Arno, subì gravi danni per i cannoneggiamenti e per le mine. Il 4 marzo 1944 la cittadina scese in sciopero contro l'occupazione nazifascista. • Eccetto una zona di terreno alluvionale poco produttivo, nel passato Santa Croce era caratterizzata da una campagna ben coltivata a granaglie, leguminose, vigneti e pascoli sui quali si allevava numeroso bestiame bovino e suino. Fin dal XIII secolo era in funzione un importante mulino, mentre un'attività di lunga tradizione era anche la costruzione di «navicelli» per il traffico fluviale. Ma soprattutto Santa Croce è stata ed è a tutt'oggi, com'è stato giustamente osservato, «il polo culturale, scientifico, tecnico, tecnologico e imprenditoriale» dell'attività conciaria in Toscana. Questa risale almeno al XVIII secolo e ha avuto, successivamente, un incremento costante: nella prima metà dell'Ottocento si contavano già tre concerie, una stamperia, due tintorie e altrettante gualchiere; nel 1905 gli stabilimenti erano 35. A partire soprattutto dalla metà del Novecento accanto alle concerie si sono sviluppate numerose industrie per la lavorazione delle pelli conciate (tomaifici, suolifici, trancerie) e soprattutto per la produzione di macchinari impiegati nelle concerie. Oggi le attività conciarie e il loro vasto indotto, forti di numerosissime aziende di piccola dimensione, conferiscono all'economia di Santa Croce una spiccata fisionomia industriale testimoniata dall'altissima percentuale (63,32%) di occupati nel settore manifatturiero sul totale della popolazione attiva. In questo quadro, se il commercio ha trovato notevoli opportunità di sviluppo, l'agricoltura, in pratica ridotta alla coltivazione di cereali, riveste ormai un'importanza del tutto marginale. • Al censimento del 1991 i residenti nel territorio di Santa Croce sono risultati 12.345, con una densità di 730 unità per kmq. La popolazione, che nel 1551 era di 1.214 unità e nel 1745 di 3.869, è aumentata notevolmente nel corso dell'Ottocento, arrivando a 5.236 unità nel 1830 e a 6.569 nel 1881. Censiti 6.546 abitanti nel 1936, l'incremento demografico è ripreso dalla metà del Novecento, facendo registrare i valori di 7.627 unità nel 1951, 8.952 nel 1961, 11.107 nel 1971 e 12.612 nel 1981.

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